Alla scoperta della pizza Napoletana.
C’era una volta in una grande metropoli, Napoli, una città affacciata sul mare con un panorama mozzafiato, una pizzeria tra tante, un po’ particolare,” la pizzeria da Michele”, La più antica tra tutte, che si succedeva da una generazione all’altra. La gente del posto, anche chiamati napoletani, narrano che fosse partita da lì, da quel forno a legna la prima Pasta cotta che ha fatto il giro del mondo. Si narra che Michele, un giovinetto dallo sguardo penetrante alto magro è molto timido, laureato in lingue, fosse riuscito a creare la pizza napoletana.
Michele, il 22 maggio riuscì a realizzare il suo sogno, comprare una attività, cioè un grande locale nel centro nella sua città natale, Napoli.
Ora l’unica cosa da fare è lavorare lavorare e lavorare, si ripeteva ogni mattina. Subito dopo queste parole il locale si riempiva di gente operai, carabinieri bambini di tutte le età, tutta la folla aspettava le sfornate calde di sfogliatelle ripiene di crema al limone, con un bel cappuccino caldo, Per iniziare la giornata al meglio.
Andò avanti per alcuni anni, ma la concorrenza diventava sempre più spietata. Il povero Michele non sapeva più come fare. Dopo alcuni anni il ragazzo, diventò un vero uomo, finalmente riuscì a trovare una bellissima moglie di nome Clara, e subito dopo nacquero due splendidi pargoletti Matteo e Chiara due bambini un po’ dispettosi.
La situazione nel locale era sempre la stessa, i fondi non bastavano per pagare l’ affitto e per i rifornimenti. La mamma di Michele aveva avuto da poco un malore, ma pian piano si stava rimettendo; però era molto stanca, debole, e aveva tanta fame. Il problema è che il medico le aveva prescritto di mangiare solo della misera minestrina.
Per carità, Clara la minestrina la faceva buonissima ma era stufa di quel brodume!!! Sicché furba, furba la signora chiese al figliolo, se avesse fatto solo per lei qualcosa di diverso e di più gustoso. Michele avrebbe fatto di tutto per la sua cara mamma di nome Pezzella. Si mise subito a lavoro ripetendo la sua frase “ora l’unica cosa da fare è lavorare lavorare e lavorare. Vide che nel frigo c’era l’impasto del pane troppo lievitato, lo prese, lo sbattè energicamente fino a creare una circonferenza imperfetta, uno strato di pomodoro un po’ di mozzarella sparsa in qua e la, e dritta nella bocca del forno.
In tutto questo tempo il locale si era riempito come ai vecchi tempi, sentendo il profumo della pasta cotta a legna, tutti impazienti del verdetto finale. La pasta pronta venne tolta dal forno e con una rotella l’uomo va a tagliarla. I clienti subito dopo il primo morso ne chiesero una intera. Michele contento matto decise di chiamare quella creazione pizza prendendo uno spunto dal nome di sua mamma Pezzella.